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di questo, prendo atto

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essendo così, che la notte continua ad essere
notte e il giorno, giorno, essendo questo;
che non si precipita in qualche orrido rupestre
ma solo s'inciampa, seppur ripetutamente,
nel dolore e questo lascia scabre tracce,
secchezza delle fauci, rughe annidate
intorno agli occhi stanchi; essendo così
la vita da vivere, prendo atto che oggi ho sorriso
guardando come il sole, il poco sole scampato
alla pioggia, giocava con l'asfalto umido,
disegnando figure da cartone animato, sogni
bambini. ho ricordato la pozzanghera che saltasti
con un balzo delle tue gambe diventate 
improvvisamente troppo lunghe per le mie.
ti corsi dietro, anch'io tentai il salto, e caddi.
ma come ridevamo del cappotto bianco
maculato dal fango, e della corsa, e di nonna
che ci inseguiva intorno al tavolo, fratello mio,
fratello caro. e di questo che voglio ricordare
tenerlo stretto nelle mani a pugno, di questo
vivo, nella distanza siderale che ci separa.
 
 

  Nando - 11/01/2016 00:16:00 [ leggi altri commenti di Nando » ]

La virgola nel titolo e quel serrare il ricordo nel pugno, frammezzati dal sorriso di un passato in immagini di fratelli giocoso e felice, come spesso sanno essere felici i bambini, dicono molto del rabbuiarsi del cuore quando affronta il proprio dolore e la rabbia che quel dolore suscita, causa ed effetto di una siderale separazione, "violenta" perché irreversibile come la morte.
Una poesia (come spesso vale per te) di particolare bellezza, sottratta ed estratta da un linguaggio ordinario o ordinariamente poetico; una poesia che alla fine lascia il lettore commosso, sia per quel che vi appare in filigrana, sia per la bellezza con cui è stata rivelata.

 Loredana Savelli - 09/01/2016 07:49:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

"che non si precipita in qualche orrido rupestre
ma solo s’inciampa, seppur ripetutamente,
nel dolore": versi che rimangono impressi per quanto sono netti e lucidi.
Una lucidità che permette alla poesia (ma prima alla vita) di avere una sua ragione.

Sempre onesta.

 Fausto Torre - 09/01/2016 00:28:00 [ leggi altri commenti di Fausto Torre » ]

c’è questa riflessione sulla vita, con pensieri che trovano ormai le parole giuste, recuperate dai segni, espressi in quei termini precisi e insostituibili. Non c’è ormai altra parola per dire il tuo sguardo sul tempo delle cose. Eppure quel improvvisamente vibra di gioia, si fa sorpresa. Questo Narratore si lascia sorprendere, è incline allo stupore per il bimbo che sogna, che a sua volta sorprende il sole a giocare con l’asfalto.
Ben respirata, ha forte tenuta ritmica e temperamento.

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